Anno C – VI domenica di Pasqua

At 21,40b – 22,22 Sal 66 (67) Eb 7,17-26 Gv 16,12-22

Penso sia una bella coincidenza la presenza di questo vangelo con il gesto della consegna del credo ai ragazzi. Se avete ascoltato il vangelo parlava di uno “Spirito della Verità che vi guiderà nella Verità tutta intera”.
– Un mio amico traduceva questa frase con una immagine molto bella: è come quando ci capita un evento importante – che è così importante e siamo così emozionati e distratti che quando siamo lì non sappiamo bene cosa ci stà capitato. Come quando, per esempio, abbiamo fatto la prima comunione che era una messa tanto importante – e tante aspettative e c’era il fotografo e i parenti – che non vi siete acordi di quello che si sta vivendo. E soltanto se abbiamo la pazienza di tornare su quello che abbiamo detto e fatto e promesso allora capiamo cosa è iniziato realmente. E proprio gli eventi più importanti e preziosi della nostra vita sono quelli più vengono rovinati da questo. Tutta una aspettativa e poi ci passano via senza che nel momento ci siamo resi conto di nulla. (Detto tra parentesi: quanto accade per i momenti più imporanti e anche per i luoghi più importanti. Basterebbe andare in Terra Santa per rendersi conto di come sia impossibile pregare nei luoghi più imporanti di Gesù).
– L’evento di Gesù è stato una cosa così importante che anche quelli che l’avevano a un palmo di naso non si sono accorti di quello che stavano vivendo. Per questo Gesù dice ai discepoli che sarà dato loro uno Spirito che guiderà alla verità tutta intera, per capire tutte quelle cose che vissute a un palmo da Gesù non si sono resi conto nulla. Ma questa verità alla quale conduce lo Spirito non è altro, come qualcuno intente (non ce n’è un’altra oltre la storia di Gesù). Quella verità sarà proprio la storia di Gesù che però quando è stata vissuto in diretta i discepoli non si rendevano conto di cosa vivevano realmente e ci sarà bisogno di tornarci su tante volte sui suoi gesti per intuire quello che realmente capitava. Per capire quanto in una cosa semplice come la vita di un uomo si possa nascondere un mistero che, svolgi svolgi, dopo duemila anni abbiamo ancora cose da dire e da pensare.
– Dunque, Gesù dice che noi che veniamo dopo la sua storia abbiamo uno Spirito che ci porta a capire a pieno quella che è stata la sua presenza tra gli uomini. E proprio questo pezzettino di storia, questo uomo tanto lontano, sarà la verità tutta intera. E davvero non serve altro per guardare quello che conta realmente nelle cose che sto vivendo. Non serve altro. (E se potessi aprire una seconda parentesi direi che questa è proprio anche la nascita della scienza moderna, che nasce dal cristianesimo, non da Galileo….)
Se guardo alla storia di questo uomo posso avere uno sguardo sulla mia vita dove scoprire le cose preziose che sto vivendo. E se c’è una domanda diffusa nel nostro contesto è la domanda: “don, consegnami uno sguardo che mi aiuti a capire le cose preziose che sto vivendo nella mia vita”. Non i doveri. Io ripeto quello che uno psicologo mi diceva: “don è bellissimo che abbiamo il dovere di donarci, ma noi abbiamo il piacere del dono”. Il piacere del dono. Che c’è una soddisfazione che non trovo da nessun altra parte quando offro cose buone di me, qualità, ad altri. Anche Gesù deve dirlo ai suoi esplicitamente: piangerete ora – è vero – sembra dire, ma poi vi rallegrerete. Scoprire le cose realmente preziose che sto vivendo nella mia vita. Non serve più fare i tarocchi, o lanciare i dadi (quando ero ragazzo c’era un gioco che si lanciavano i dadi per sapere cosa sarebbe stato importante e cosa no).
– E lo Spirito mi ricorda le cose di cui sono capace quando credo nella fede della chiesa. Per questo gli antichi dicevano che la fede ti difende dagli attacchi del male. La fede non interpreta degli ideali. E’ difesa del male. Perché ti ricorda ciò di cui sei capace se ami davvero Dio. E questo non è scontato. Ci troviamo spesso insieme. Ma il nostro stare insieme e scherzare e giocare cos’è? E’ un gioco di ruoli (quelli che dicono, “sì, sì don tu parla tanto io sto qui con i miei pensieri, il mio vicino, le mie piccole faccende da sistemare”)? O è un passatempo perché non so dove andare? Oppure è una condivisione che può condividere qualche cosa di più radicale? Ci si difende dalle freccie infuocate del nemico ricordandoci ciò di cui siamo resi capaci dall’amore di Dio.
Ecco la “Verità tutta intera” di cui parla Gesù. Se no c’è una grande confusione.
– Lo dice sempre la madre Elvira ai suoi ex tossici. Il problema è individuare il male. Perché il drogato pensa di dominare il male dicendo “ma smetto quando voglio” e quando dice così è proprio il momento che non può più smettere perché il male l’ha reso prigioniero. Continuare a ricordarci ciò di cui siamo capaci con l’amore di Dio che è il segreto del credo dei ragazzi e il dono dello Spirito che fa conoscere la storia di Gesù.
– Da ultimo, una parola per questi ragazzi. Una volta il credo veniva imparato a memoria e non si poteva scrivere. Non si scriveva apposta perché venisse continuamente ripetuto. In francese, “imparare a memoria” si dice “imparare con il cuore”. Noi abbiamo bisogno di questo, di ragazzi che “imparino con il cuore” la fede che gli adulti vogliono trasmettergli. Perché per meno di così voi diventate grandi e tutto vi passerà davanti come un bel gioco, ma la vita sarà un’altra cosa. E allora sarebbe meglio da subito tornarsene tutti a casa.