I Domenica dopo la Dedicazione

At 8,26-39; Sal 65; 1Tm 2,1-5; Mc 16,14b-20 Facciamoci aiutare ancora una volta dalla pluralità che contiene la storia per leggere quella che a prima vista può sembrare una parola facile e ovvia: la parola “missione”. Si tratta, naturalmente, dell’andare dei discepoli che testimoniano ad altri l’incontro con il Risorto (cfr. il Vangelo). Eppure, questa formula (kerygmatica), presente anche del finale (canonico ed aggiunto) di Marco, ha … Continua

Giovedì della settimana dopo la Dedicazione

Ap 1,10; 2,18-29; Sal 16; Lc 10,1b-12 Per dare una chiave di lettura a questo Vangelo titolerei così: “il coraggio di andare e il coraggio di andarsene”. Il coraggio di andare è quello descritto nella prima parte di Vangelo. Esso non viene da un progetto, da un’idea o da una morale. Così si vendono le “cose” agli altri, ma non si annuncia il Regno. Dice il Vangelo … Continua

VII Domenica dopo il Martirio del Precursore

Is 43,10-21; Sal 120; 1Cor 3,6-13; Mt 13,24-43 Dobbiamo cercare di uscire dal “già noto” quando leggiamo il Vangelo. Oggi, ci facciamo aiutare dalle diverse interpretazioni (una pluralità) che la chiesa ha dato a queste parabole di Gesù o “immagini” del Regno. La domanda di partenza è semplice: cosa è questo semino di senapa o questa “pasta acida” (o lievito) del vangelo? E cosa è questo albero … Continua

VI Domenica dopo il Martirio del Precursore

Is 45,20-24a; Sal 64; Ef 2,5c-13; Mt 20,1-16 Il brano di Vangelo di oggi è collocato nel contesto che potremmo titolare “l’attività di Gesù nella Chiesa”. Contiene infatti lunghe istruzioni e storie riguardanti solamente i discepoli (le pecorella smarrita, il perdono cristiano, il divorzio…). E’ questa una prima osservazione importante: quanto afferma questa parabola non è la visione di una società pubblica “alternativa”, di una nuova “politica”, … Continua

Lunedì della V Domenica dopo il Martirio del Precursore

Gc 5,7-11; Sal 129; Lc 20, 9-19 Titolerei così questa parabola: la vita come un possesso oppure la vita come una “eredità”. “Eredità” qui non è il programma televisivo (purtroppo la TV ci rovina le parole) ma è una parola bellissima e di antichissima origine (ha una radice indoeuropea) che ha a che fare con la parola “mano”, ovvero con “ciò che ti viene dato in mano”. … Continua